L’albero è universale simbolo di vita. Ci sono alberi molto famosi, come quello della conoscenza del Bene e del Male che era nel Paradiso Terrestre all’epoca dei progenitori Adamo ed Eva; alberi intelligenti come quello che ha fatto cadere il proprio frutto in testa a Newton, ispirandogli l’idea dell’esistenza della gravità. Alberi sacri sono presenti nelle culture occidentali e orientali. L’albero piace.
E oggi l’albero è segno tangibile del Natale che arriva. Non si tratta di un albero qualunque, ovviamente.
Nelle feste natalizie siamo abituati a vedere il pino e l’abete, due sempreverdi, che simboleggiano forza, resistenza e rinascita. Associati al 25 dicembre, periodo del solstizio d’inverno, la notte più lunga dell’anno, indicano rinnovamento, la vita che vince l’oscurità, la vita che vince il gelido inverno dove tutto sembra morto.
L’albero piace, eccome. Anche se “l’uso festivo” deriva da gusti pagani. E decorato è ancora meglio. Le palline e le stelle che vi appendiamo sono per alcuni simboli cosmici, perché ricordano i pianeti ed i corpi celesti. L’usanza di addobbare l’albero affonda probabilmente in riti molto molto antichi e alcuni macabri (certi popoli nordici appendevano le teste dei nemici vinti). Ma la tradizione odierna dovrebbe derivare dalla Germania del XVII secolo. Si racconta di un uomo che vide brillare le stelle tra i rami di un abete, ne tagliò uno e lo decorò in casa con candeline. Questa storia è simile ad un altra tradizione che racconta di come il ghiaccio pendendo dai rami di pini e abeti congelati catturasse le prime luci del sole che sorge dopo il lungo inverno, brillando come una miriade di piccole luci.
Nella credenza cristiana, infine, un albero ha tradito l’umanità a causa del suo frutto proibito e un albero, l’albero di Natale, simboleggia la nascita del Salvatore. L’albero piace.
Tratto da www.serviziculturali.it