Grazie a questa spettacolare fotografia condivisa da Rossana & Filippo, parliamo di uno dei monumenti più celebri della città di Brescia: il Capitolium.

Su questo famosissimo luogo bresciano non c’è più nulla da dire? Certo che no! Vogliamo raccontarvi una storia curiosa, meno nota ai più:

Molti sapranno che il Tempio Capitolino è stato portato alla luce nell’Ottocento, scavando sotto gli strati di terra che lo ricoprivano. E’ stato inoltre “completato” fra il 1938 e il 1946 usando i mattoni: la parte originale, quella realmente romana, è soltanto quella bianca. Ma sono in pochi a conoscere la curiosa storia dei quattro frammenti dell’iscrizione che si trova sul frontone.

La ricostruzione dell’intera dedica, che nomina l’imperatore Vespasiano, è merito di Giovanni Labus (1775-1853), tra i fondatori dell’Ateneo di Brescia: egli, infatti, recuperò due frammenti che fin dal 1492 erano murati nel portico di palazzo Loggia (ma che provenivano dall’area del Foro).

Queste due pietre, con iscrizioni, erano state affiancate ma nessuno era riuscito a decifrarne correttamente il senso. Il Labus, molto semplicemente, ne invertì la disposizione mettendo a destra quella che fino ad allora era a sinistra, e ricostruì così una dedica all’imperatore Vespasiano. Di lì a poco gli scavi nell’area del Capitolium portarono alla luce altri due frammenti della stessa iscrizione che riportavano alcune cariche ricoperte dall’imperatore, e confermando la datazione dell’intero monumento al periodo compreso tra l’aprile e il giugno del 73 d.C.

Quante storie possiamo raccontarvi  partendo da due “pietre”!