Guida Artistica propone due percorsi guidati gratuiti nelle sedi storiche coinvolte in “Meccaniche della Meraviglia”ossia MO.CA. – Centro per le nuove culture, Palazzo Bargnani già Martinengo Colleoni di Pianezza e Palazzo Averoldi.

La manifestazione, giunta alla 16^ edizione,  è un’ iniziativa di arte contemporanea ideata da Albano Morandi in collaborazione, tra gli altri, con il Comune di Brescia, Fondazione della Comunità Bresciana, Fondazione ASM e Fondazione Vittorio Leonesio di Puegnago. A questo link trovate maggiori informazioni: (https://meccanichemeraviglia.wixsite.com/website).

Le visite si svolgeranno domenica 12 e sabato 18 giugno alle ore 15 con partenza dal cortile di  Mo.ca in via Moretto 78 a Brescia

Le visite sono gratuite ma la prenotazione è obbligatoria a: info@guidaartistica.com 3473028031

Posti limitati.

 

Palazzo Bargnani già Martinengo Colleoni di Pianezza, corso G. Matteotti 8

Apparizioni sotto il selciato | Angelo Pretolani

 

Il palazzo si presenta come la più monumentale tra le abitazioni dei Martinengo in città ma non rispecchia un momento cronologico stilisticamente unitario perché fu il risultato di un cantiere protrattosi per un secolo e mezzo. Edificato a partire dal 1671 per volontà di Gaspare Giacinto Martinengo, al tempo membro della corte Sabauda, i lavori proseguirono con il figlio Pietro Emanuele che ne lasciò incompiuta l’ala settentrionale, terminata dai nobili Bargnani, proprietari dell’immobile fino al 1764. Cessata nel 1813 ogni funzione residenziale, divenne sede scolastica. Oggi si appresta ad ospitare il Conservatorio e come tale ad essere restituito alla Città nel 2023 quando Brescia sarà Capitale della Cultura insieme a Bergamo.

La sua insolita planimetria a U ospita l’arioso atrio, che nelle straordinarie dinamiche della decorazione plastica coinvolse probabilmente Filippo Juvarra, architetto di Casa Savoia, l’inedito scalone a quattro vani che conduce al piano superiore, e un interessante campionario della variegata decorazione murale settecentesca, da quella tardo barocca ai “capricciosi” barocchetto e rococò fino al neoclassicismo. L’antica sala da ballo è uno degli ambienti più suggestivi, per la cui volta, che raffigura l’Ascesa in cielo di Romolo (1736 ca.), i Martinengo di Pianezza si confermarono termometro del gusto delle élite bresciane chiamando da Bologna Francesco Monti e il quadraturista Stefano Orlandi.

 

 

Palazzo Averoldi, via Moretto 12

Mostra di Maurizio Pellegrin

 

Verso la fine del Quattrocento Giovanni Paolo Averoldi, membro di una delle più antiche e influenti famiglie della città, acquistò alcune proprietà dei Porcellaga presso le mura urbane in contrada Fontana del Bue o Santa Croce. Nel 1544 i suoi quattro figli commissionarono a due architetti e ingegneri militari bergamaschi la costruzione del palazzo e del giardino di rappresentanza affacciato sulle mura. L’ingresso principale si apriva in una facciata che non è una vera e propria facciata e per di più immetteva direttamente nel cortile di servizio su cui si affacciavano stalle, rimesse e fienile. Eppure la decorazione pittorica all’interno di palazzo Averoldi è uno dei vertici dell’arte bresciana del Cinquecento, in cui lavorarono fianco a fianco Girolamo Romani, detto Romanino, e il genero Lattanzio Gambara che ne aveva sposato la figlia Margherita. Gli affreschi, databili al sesto decennio, ornano le volte di cinque ambienti a piano terra in cui la parlata pittorica dialettale del primo si intreccia con il linguaggio manierato del secondo, appreso nella bottega cremonese di Giulio Campi in un contesto affine alle sperimentazioni di Giulio Romano a Mantova. Alla fine del Settecento il palazzo subì una trasformazione che lo arricchì dei suggestivi trompe-l’oeil che ancora si ammirano a piano terra e della graziosa “sala cinese”, raro esempio di questa tipologia decorativa che ancora sopravvive in città.

 

MO.CA. – Centro per le nuove culture, via Moretto 78

Take a breath and let it go | Nicola Fornoni

 

Sede del Tribunale di Brescia fino al 2009, il palazzo ospita oggi il centro culturale MO.CA (https://www.morettocavour.com/) ubicato tra due delle principali vie del centro storico di Brescia: via Moretto (MO.) e corso Cavour (CA). Purtroppo nulla è rimasto dell’antico palazzo tardo quattrocentesco fatto costruire da Gherardo Martinengo di Malpaga e dalla moglie Orsina Colleoni, una delle figlie del grande condottiero Bartolomeo. Distrutto alla fine del Seicento, fu ricostruito ex novo per volontà di Estore IV Martinengo che nella prima metà del Settecento ne affidò il progetto all’architetto bolognese Alfonso Torregiani. Alla fine dell’Ottocento fu acquistato dal banchiere svizzero Giuseppe Baebler, responsabile della costruzione della cosiddetta “manica lunga”, ossia la porzione di palazzo su via Moretto. Da Baebler passò alla Banca Mazzola Perlasca, per essere infine acquistato dal Comune di Brescia nel 1927 come sede del Tribunale e della Pretura. I lavori di sistemazione eseguiti per Expo 2015 hanno nuovamente reso visibili l’originaria scansione degli spazi settecenteschi e le decorazioni platico-pittoriche che ingentiliscono i numerosi ambienti. Da non perdere la raffigurazione dei Quattro Continenti “in forma zoomorfa” in una stanza a piano terra, i dipinti monocromi di Ercole e Giove che si affacciano sullo scalone monumentale e gli eleganti stucchi “di famiglia” che sovrastano chi entra nel Salone di rappresentanza al primo piano. Senza dimenticare che il palazzo ospitò il rinomato salotto letterario della nobile Drusilla Sagramoso, frequentato dagli esponenti della Repubblica di Brescia